Benvenuti nella mia “officina”
Roma offre, in ogni angolo e in ogni stagione, momenti di magia: li assorbi, ti entrano dentro,
ti gonfiano il cuore e scaturisce allora, l'entusiasmante voglia di correre davanti ad una tela per fermarci quel raggio di magia che ti ha colpito.
Momenti che ti colpiscono come un pugno e che
ti fanno volare a fermarli per poterne godere ancora.
Magari un telone gocciolante, magari una pozza d'acqua, magari un raggio di sole che investe un passante o i tanti personaggi che fanno vibrare e danno vivacità a una piazza,
una piazza che sembra una scenografia teatrale ove si rappresenta la vita, la vita di ogni giorno, che cambia ad ogni momento.
Dipingere è amare. Amare ciò che vediamo.
C'è un passo della "Lettera agli Artisti" di Papa Giovanni Paolo II (1999) che mi colpì, per averlo sentito esprimere ciò che avevo nell'anima, sono andata a rileggerlo per ricordarlo qui
di seguito.
"..Un'esperienza condivisa da tutti gli artisti è quella del divario incolmabile che esiste tra l'opera delle loro mani, per quanto riuscita essa sia, e la perfezione folgorante della bellezza percepita nel fervore del momento creativo: quanto essi riescono ad esprimere in ciò che dipingono, scolpiscono, creano non è che un barlume di quello splendore che è balenato per qualche istante davanti agli occhi del loro spirito...(lett.
di
Giovanni Paolo II agli Artisti)"
Dipingere è amare. Amare ciò che ci contorna, e che Dio ci ha donato
e cercare, da "artefici",
di trasmettere l'emozione. Ad esempio:
l'abbraccio intimo e protettivo di una mamma che stringe
‘annusandola con amore’ la sua bimba, quella bimba che già si protende grintosa, verso ciò che la
avvolge.
O ancora lo spettacolo di una piazza popolare di Roma, palcoscenico di vita, vibrante di suoni e di movimento. |